Piccoli rigurgiti durante la giornata sono un fenomeno normale nella maggior parte dei neonati e non creano problemi, se non… di bucato!
A volte, dopo aver rigurgitato, un bambino vuole riattaccarsi al seno, altre volte no e non sembra minimamente disturbato da questo fenomeno, dovuto all’immaturità del cardias, la valvola posta tra stomaco ed esofago.
Alcuni bambini, però, hanno rigurgiti più abbondanti o frequenti, dopo il rigurgito piangono e sono visibilmente sofferenti anche durante o dopo le poppate. Spesso crescono poco e le mamme si domandano se il bambino non pianga per la fame, se il proprio latte sia “buono”, se non sia meglio svezzare del tutto e così via.
Molto spesso le poppate diventano un momento difficile e non piacevole, le giornate sono un susseguirsi di vestiti da cambiare e pianti da gestire.
Spesso i genitori confondono il pianto frequente del loro bambino definendolo “coliche”.
In tutti i bambini il picco dei rigurgiti si ha verso i 4-5 mesi, per poi diminuire via via che la valvola acquista maggior tono e chiude meglio.
Quando il contenuto dello stomaco che risale attraverso l’esofago provoca bruciore e disagio, si parla di GERD.
Alcuni bambini non rigurgitano, perché il latte torna verso lo stomaco prima di aver percorso tutto l’esofago e il bambino, pur non rigurgitando, fa smorfie di disgusto, piange e sembra sempre “ruminare”, inghiottire qualcosa. In questo caso si parla di reflusso silente.
I danni causati dal reflusso possono essere di vario tipo: problemi respiratori, apnea, restringimento dell’esofago, esofagite, anemia, scarsa crescita.
I sintomi tipici del reflusso sono:
- irrigidimento o inarcamento durante le poppate (il bambino cerca di distendere l’esofago per trovare sollievo)
- singhiozzo
- tosse
- latte che va di traverso
- pianto frequente durante e dopo le poppate
- difficoltà a dormire
- rifiuto del seno
Alcuni comportamenti adottati solitamente con l’intenzione di ridurre il reflusso, possono, al contrario, peggiorarlo.
Ad esempio:
- Cercare di allungare i tempi fra le poppate. Il latte contenuto nello stomaco dopo la poppata crea un ambiente meno acido e un rigurgito meno acido, mentre lunghi intervalli lasciano lo stomaco vuoto per diverso tempo, così che risalgono solo gli acidi, che causano danni quando percorrono l’esofago.
- Porre il bambino nella sdraietta. In questo modo il corpo forma un angolo tra il busto e le gambe che preme sullo stomaco e accentua il reflusso.
- Uso della formula. I neonati nutriti con formula hanno più episodi di reflusso che continuano più a lungo. Inoltre la precoce esposizione alle proteine del latte vaccino può sensibilizzare un bambino allergico, irritando il tratto gastrointestinale e contribuendo allo sviluppo del GERD.
- Cercare di far dormire il bambino tutta la notte. Questo significa avere periodi molto lunghi in cui lo stomaco è vuoto, con più alto contenuto di acidi.
Cosa può aiutare un bambino affetto de GERD.
- Allattare usando posizioni che tengano la testa più alta rispetto al sederino, con un angolo di circa 45°. Ad esempio la mamma può mettersi reclinata all’indietro e portare il suo bambino verso di sé.
- Tenere il bambino verticale per almeno una mezz’ora dopo il pasto usando, ad esempio, una fascia. La fascia può essere usata anche per molte ore al giorno.
- Durante il cambio del pannolino, mettere il bambino disteso sul fianco sinistro anziché a pancia in su, evitando, così, di piegare le sua gambine verso lo stomaco.
- Quando il bambino è sveglio e lo si mette disteso, porlo sul fianco sinistro o a pancia in giù. È stato notato che queste posizioni diminuiscono i rigurgiti.
- Fare pasti brevi e frequenti. Minore è il contenuto dello stomaco, meno latte può essere rigurgitato, mentre pasti abbondanti aumentano il problema. Inoltre lo stomaco sarà meno spesso vuoto, con alto contenuto di acidi.
- Eliminare dalla dieta della mamma le proteine del latte vaccino. Occorrono almeno due settimane per vedere miglioramenti.
Non ci sono, invece, evidenze che l’uso di addensanti possa essere una soluzione. Anche se sono stati notati meno episodi di rigurgito, queste sostanze, se rigurgitate, peggiorano l’infiammazione e, se vengono aspirate nei polmoni, possono essere pericolose. Per di più, allungando i tempi di digestione, possono causare un minor apporto di latte del necessario.
Se tutte le strategie per la gestione del GERD non sono sufficienti ad alleviare il disagio del bambino, il medico può prescrivere farmaci ad azione procinetica e antiacidi, dopo aver prescritto degli esami per confermare la diagnosi.
Paola M.
IBCLC – Firenze