Premesso che la suzione vigorosa e adeguata del neonato è il modo più efficace per ottenere latte dal seno, ci sono situazioni nelle quali diventa necessario e molto importante spremere il latte.
Le situazioni più frequenti che possono richiedere un drenaggio del latte sono:
– Nascita di un bambino prematuro o separato dalla mamma, subito dopo la nascita, per accertamenti o cure particolari;
– Separazione temporanea per lavoro o malattia della mamma;
– Per aumentare la produzione di latte;
– Indurre la lattazione;
– In caso di utilizzo di farmaci particolari per cui sia sconsigliato l’allattamento;
Non è, invece, per motivi che vedremo più avanti, un metodo per misurare la produzione di latte di una mamma.
I metodi per spremere il latte materno sono tre:
– Manualmente;
– Con tiralatte manuale;
– Con tiralatte elettrico;
Nella scelta del metodo da utilizzare è necessario tenere presente lo scopo, per quanto tempo sarà necessario il tiraggio e l’ambiente dove verrà effettuato. Qualsiasi metodo si scelga, è importante ricordare che tirarsi il latte è un arte che si apprende e che risulterà più semplice con la pratica. All’inizio è comune a molte donne non riuscire ad estrarre latte o al massimo poche gocce, questo è del tutto normale! Anche se la quantità di latte estratto è minima sarà sempre un dono prezioso che non ha eguali per il bambino. Quindi i primi tentativi di raccolta vanno intesi come delle vere e proprie esercitazioni pratiche che, con il tempo, renderanno la mamma più abile e più esperta.
Come facilitare l’emissione del latte:
La natura ci ha donato di un corpo perfettamente in grado di nutrire un cucciolo di uomo, infatti ci ha fornito due importanti ormoni:
– la prolattina
– l’ossitocina
La prolattina è l’ormone che viene prodotto in seguito al distacco della placenta e che innesca la produzione di latte. La prolattina, però, ha influenza sulla quantità di latte prodotto solo per le prime 6/8 settimane, dopo di ché il controllo endocrino della produzione di latte, viene sostituito da quello autocrino, ovvero più latte viene drenato dal seno, più questo ne produce.
L’altro ormone, l’ossitocina, agisce, invece, facendo contrarre i piccoli muscoli che circondano i dotti lattiferi, spingendo il latte verso i capezzoli. Alcune donne avvertono il riflesso di emissione del latte (o calata o, ancora, discesa) con una sensazione di formicolio ai seni e, all’inizio della lattazione, anche con i cosiddetti morsi uterini dovuti alla contrazione dell’utero per l’effetto dell’ossitocina in circolo. Altre donne possono non avvertire queste sensazioni, ma avere ugualmente una calata.
Il nostro corpo risponde a varie sollecitazioni e il rilascio del latte può essere molto influenzato dallo stato d’animo della mamma. Infatti, se la mamma è stressata, stanca, impaurita o tesa il corpo produrrà sostanze che impediscono o ritardano il riflesso di emissione del latte. Da questo si evince che più la mamma sarà rilassata e tranquilla più le sarà facile estrarre il latte dal seno. Molte donne trovano molto utile fare un bagno caldo, una doccia, farsi massaggiare la schiena dal compagno, bere qualcosa di caldo o fare uno spuntino per rilassarsi. La vicinanza del bambino o il sentire il suo odore su un vestitino, guardare una sua foto o aver fatto da poco marsupio terapia (contatto pelle a pelle) possono molto facilitare la calata del latte.
E’ importante scegliere un ambiente tranquillo ed assumere una posizione comoda.
La mamma potrà eseguire un massaggio sui seni con le nocche delle mani a pugno procedendo dalle costole fino al capezzolo e girando tutto intorno. Può essere d’aiuto anche stimolare con le dita i capezzoli.
Tutti questi suggerimenti sollecitano il riflesso di emissione del latte perché agevolano la messa in circolo dell’ossitocina di cui sopra.
La quantità di latte spremuta non sarà sempre la stessa. La mattina, dopo il riposo notturno, sarà più facile estrarre una quantità di latte maggiore rispetto alla sera, quando la mamma è più stanca.
Qualsiasi metodo si scelga, il latte può essere spremuto in modo continuato solo per alcuni minuti, prima che il flusso diminuisca o sembri arrestarsi. Quando il latte smette di uscire, si passa all’altro seno. Poi si può anche ritornare al primo seno e ricominciare. In genere sono sufficienti 10-15 minuti di tiraggio per seno.
Come tirare il latte
La spremitura manuale: E’ un metodo economico e conveniente per spremere il latte. Può essere attuato ovunque e in qualsiasi momento. Si utilizza per spremere il latte quando un seno è molto pieno e dolorante, agevolando così anche l’attacco del neonato. E’ un metodo ancor più efficace del tiralatte nelle prime ore dopo il parto per raccogliere le prime gocce di colostro qualora il bambino non si attacchi perché troppo sonnolento o separato dalla mamma, come nel caso di un bambino prematuro.
All’inizio può essere utile che la tecnica ci venga mostrata da un’altra mamma, da un operatore dell’ospedale o dalla consulente in allattamento. Con un po’ di pratica è possibile spremere il latte da entrambi i seni.
Tecnica base: Prima di procedere è molto importante lavarsi bene le mani con acqua calda e sapone e utilizzare contenitori puliti e sterili con un imboccatura larga. La tecnica base consiste nel poggiare il dito indice sotto il seno, in direzione del bordo dell’areola ed il pollice sopra il seno in posizione opposta all’indice. Le altre dita serviranno per sostenere il seno. Se l’areola è grande le dita vanno spostate leggermente dentro il bordo dell’areola; mentre se l’areola è piccola le dita vanno spostate leggermente fuori dal bordo. Si procede comprimendo il seno verso la cassa toracica, mantenendo le dita e il pollice nella stessa posizione sulla pelle. Poi, mantenendo questa pressione all’indietro, si preme il pollice e l’indice insieme in avanti, così da facilitare l’uscita del latte verso il capezzolo. A questo punto si allenta la pressione e si ripete tutto ritmicamente per svuotare il seno.
Ruotare lentamente attorno a rutto il seno per permettere lo svuotamento di un maggior numero di dotti.
I tiralatte: Nella scelta di un tiralatte da utilizzare è importante tenere presente lo scopo, per quanto tempo sarà necessario utilizzarlo, la frequenza dei tiraggi, l’ambiente dove avverrà il tiraggio, la maneggevolezza dell’attrezzatura, la facilità della pulizia e l’economicità. Per il funzionamento e l’igiene dell’apparecchio e degli accessori è bene attenersi scrupolosamente all’istruzione della casa produttrice.
In commercio ne esistono di vari tipi:
Tiralatte a pompetta e tiralatte a siringa: Non sono raccomandati perché possono causare danni ai capezzoli e ai tessuti del seno e, inoltre, sono inadeguati a stimolare la produzione di latte.
Tiralatte con impugnatura comprimibile con una sola mano: E’ un tiralatte manuale che tramite un meccanismo a molla può essere azionato da una sola mano. La mamma può utilizzarlo su un seno mentre all’altro allatta il figlio. Può essere utile per tiraggi occasionali, ma non è molto efficace per drenare il seno. E’ leggero e facile da portare.
Tiralatte a batteria o mini elettrici: La suzione è creata da un piccolo motore che si aziona con le batterie o con la corrente, questo risparmia alla mamma la fatica di un tiralatte manuale. Questi tiralatte sono piccoli, leggeri possono essere trasportati ed usati anche con una sola mano. Sono relativamente economici. Se usato con regolarità le batterie vanno cambiate spesso. Sono utili in caso che la mamma debba tirarsi il latte nelle pause, dopo che è rientrata al lavoro.
Tiralatte elettrici semi automatici: Questi tiralatte dotati di un motore elettrico sono piccoli e richiedono la regolazione della suzione e del rilascio da parte della mamma. La mamma può avviare ed interrompere periodicamente la suzione premendo con un dito su una valvola o un bottone. Il loro motore è senza dubbio meno potente di quello dei tiralatte automatici ed hanno per questo bisogno di un tempo maggiore per raggiungere un’intensità di suzione adeguata.
Tiralatte elettrici automatici: Questo tipo di tiralatte elettrico automatico è progettato con un numero di cicli aspirazione e forza di suzione tali da simulare più fedelmente possibile il ritmo di suzione di un neonato durante la poppata al seno. I modelli più recenti offrono la possibilità di variare sia l’intensità che la frequenza della suzione. Gli apparecchi sono predisposti per un doppio attacco così da consentire di estrarre latte da entrambi i seni contemporaneamente e dimezzare così i tempi di tiraggio qualora questi siano molto frequenti. Tirarsi il latte da entrambi i seni contemporaneamente, inoltre, aumenta il rilascio di prolattina. Questo tipo di tiralatte è ideale per le madri che si tirano il latte per il figlio prematuro e malato che non è in grado di attaccarsi al seno. E’ utile anche in tutte quelle situazioni in cui è necessario aumentare la produzione di latte o avviarla poiché riescono a fornire una stimolazione migliore del seno rispetto agli altri modelli. Questi tiralatte sono costosi ma esiste la possibilità di noleggiare l’apparecchio presso le farmacie, sanitarie etc. acquistando solo la coppa ed il contenitore di raccolta.
Quali accorgimenti?
Prima di iniziare l’operazione di estrazione del latte è importante osservare elementari principi di igiene come lavarsi accuratamente le mani con acqua calda e sapone e utilizzare la coppa precedentemente pulita con acqua calda e sapone avendo avuto cura di togliere i residui di latte, questi ultimi restano nella coppa o nel tubicino, nella bottiglia di raccolta possono svilupparsi batteri. Dopo una pulizia accurata è necessario sterilizzare la coppa e il raccoglitore una sola volta al giorno. Se il tiraggio avviene in una struttura ospedaliera dove gli utensili da applicare al tiralatte sono condivisi con altre mamme sarà necessario oltre alla loro igiene con acqua e sapone anche la loro sterilizzazione dopo ogni utilizzo. E’ molto importante prestare attenzione alla coppa e sceglierne una che meglio si adatti al proprio seno in modo da evitare che la cute intorno al capezzolo o il capezzolo stesso possano lesionarsi.
Il capezzolo dovrà essere ben centrato all’interno dell’imbuto della coppa così da evitare che sfreghi contro le pareti e si lesioni.
Prima di applicare la coppa è sempre bene inumidire il seno con acqua o latte spremuto per migliorarne l’aderenza.
I raccoglitori:
Possono essere di vetro o di plastica. Esistono anche apposite buste di plastica da infilare nel raccoglitore che permettono una surgelazione rapida. Per sicurezza è meglio infilarle una dentro l’altra. I contenitori devono essere puliti e sterili.
Le porzioni di latte spremuto nella stessa giornata possono essere unite insieme e conservate in frigo. E’ importante non mescolare il latte appena spremuto ancora tiepido con il latte già raffreddato in frigorifero ma aspettare che i due contenitori abbiano la stessa temperatura. Quando vengono riempiti i contenitori da mettere nel freezer è bene lasciare sempre un po’ di spazio per l’aumento di volume che avviene durante il congelamento e si consiglia sempre di congelare il latte in piccole quantità che possono variare Da 60 a 120 ml, questo permetterà da non sprecare il latte e di prepararne la quantità giusta. Sui contenitori va scritta la data del giorno in cui è avvenuto il tiraggio per poter utilizzare prima il latte che si è tirato per primo.
Quando tirare il latte
Quando l’allattamento è ritardato o sospeso come nel caso di un bambino prematuro, le evidenze scientifiche hanno messo in luce che è opportuno iniziare la spremitura manuale entro 6 ore dal parto. Nelle prime 72 ore si usa la spremitura manuale per raccogliere il colostro, dopodichè il tiralatte elettrico ad attacco doppio di tipo ospedaliero sarà uno strumento prezioso per raccogliere latte e favorirne la produzione. Va usato almeno 8/10 volte nelle 24 ore per 10, 15 minuti come ad imitare le poppate del neonato al seno (6/8 volte di giorno e 2 di notte, facendo un intervallo ininterrotto di sonno di 5 ore).
La prima settimana dopo il parto è un momento cruciale per lo stabilirsi di una sufficiente produzione di latte, dopo questo periodo la produzione, se non stimolata, tende ad appiattirsi e a diminuire dopo le 2 settimane. Per questo è molto importante che il seno venga stimolato con regolarità, il fine è quello di arrivare a tirare almeno 600 ml di latte al giorno entro 10 giorni dal parto. Dopo questo periodo la mamma può diradare le sedute mantenendo la stessa produzione mentre sarebbe più difficile dopo la prima settimana di vita del bambino.
Se l’allattamento è sospeso solo per pochi giorni, dopo che la produzione è già stata avviata, sarà necessario tirare il latte con la stessa frequenza con cui si attaccava il bambino. In questo caso può essere utile anche un tiralatte portatile.
Generalmente, se la mamma deve separarsi dal bambino per meno di 4 ore consecutive, allatta prima di uscire di casa e appena rientra, non sente la necessità di dover tirare il latte, ma se il seno è teso e causa fastidio è opportuno spremere un po’ di latte. Se invece si assenterà dalle 4 alle 6 ore consecutive dovrà tirare il latte almeno una volta durante la sua assenza, meglio se 2 o 3 ore dopo l’ultima poppata. Non tirare il latte per più di 4 ore potrebbe favorire l’ostruzione di un dotto, una mastite e rallentare la produzione di latte. Se la mamma si assenta per 8 ore al giorno, a seconda dell’età del bambino e se si vuole mantenere alta la produzione di latte, è auspicabile che la mamma tiri il latte più volte e ne faccia la scorta.
Molte mamme preferiscono tirare il latte la mattina, dopo il riposo notturno per lasciarlo al figlio. Alcune si trovano bene con la spremitura manuale, altre con tiralatte di vario genere. Spesso, se non si ha molto tempo per tirarsi il latte, risulta più comodo un tiralatte elettrico.
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