Colostro: primo vaccino

Composizione e funzioni del colostro, il primo latte del neonato.

Colostro: “la prima vaccinazione”

Il colostro, è un liquido vischioso di colore giallo intenso, a volte quasi arancione, è ricchissimo di anticorpi – viene definito anche “la prima vaccinazione del bambino”- e costituito da acqua, grassi, carboidrati, immunoglobuline, fattori di crescita, proteine, sali minerali ed è tutto quello che necessita al bambino nei primi giorni.

Colostro e doppia pesata

Dato che il colostro è prodotto in piccolissime quantità (5-7 ml per poppata), è praticamente impossibile poter effettuare la doppia pesata e riuscire a misurarlo, ma il fatto che sia prodotto in dosi non rilevabili da una bilancia non deve far incorrere nel pensiero che il bambino “non prende niente”.
Infatti alla nascita lo stomaco del bambino è molto piccolo, ha più o meno la dimensione del suo pugno e quindi può contenere solo pochi ml per poppata.

Importanza del colostro nel post partum

Il colostro viene prodotto nelle prime 30 – 40 ore dopo il parto dopo di che ha inizio la produzione del latte materno.

Oltre a fornire tutto ciò che al bambino necessita per i primi giorni e a proteggerlo con una grande quantità di anticorpi, funziona anche da lassativo per agevolare l’emissione delle prime feci (meconio), evitando così che la bilirubina, sostanza di scarto prodotta dall’eliminazione dell’eccesso di globuli rossi con cui un bambino nasce, venga riassorbita dall’intestino causando l’ittero. 

Inoltre, la produzione dei recettori della prolattina, cellule poste sulla membrana basale degli alveoli (le ghiandole che producono latte) è stimolata da frequenti poppate.
L’assunzione del colostro quindi predispone ad un avvio fisiologico e quindi sereno dell’allattamento ed è un fondamentale investimento per il bambino.

Colostro e bonding

L’Accademia Americana di Pediatria afferma anche per questo che “i bambini sani dovrebbero essere posti e rimanere in contatto pelle a pelle diretto con le loro madri immediatamente dopo il parto, finché non sia avvenuta la prima poppata.”  Questo punto è anche uno dei dieci passi raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’UNICEF per gli Ospedali Amici dei Bambini.

I primi momenti, mediati dalla suzione libera del colostro, sono davvero importanti per la creazione del legame mamma-bambino.
Sappiamo bene come molti mammiferi si rifiutino di accudire un cucciolo che venga temporaneamente allontanato subito dopo il parto… siamo mammiferi e seppur in grado di recuperare questa relazione, grazie al fatto che non siamo forniti del solo istinto, è innegabile che questi primi momenti rappresentino un periodo che richiede particolare cura e attenzione da parte di chi circonda la madre e il bambino.

Il colostro e le società guerriere

Eppure questo liquido così prezioso, in molte culture, ancora oggi, è considerato una sostanza infetta, addirittura da spremere fuori ed eliminare. 

Michel Odent, medico e ricercatore, nonchè autore di diversi testi divulgativi nel libro “la scientificazione dell’amore” ci fa notare come disturbare il primo contatto madre-bambino, e diffondere credenze errate, come quella della nocività del colostro, sono comportamenti pressoché universali… perchè?

Odent cita uno studio di Betsy Lozoff, che indica come nel 62% dei gruppi sociali esistenti, chi assiste una partoriente cerca di svolgere un ruolo attivo… e così manipola, massaggia, a volte cerca di dilatare la cervice manualmente….quasi tutte le culture poi disturbano il primo contatto madre-bambino … a chi vuole approfondire consiglio di leggere ” la prima ferita” di Willi Maurer.

Etnologicamente parlando era vantaggioso limitare e controllare la “capacità di amare”, sorprende?
In natura, lo sappiamo bene, spesso vince “il più forte” …e chi usa il cuore, chi ha capacità empatiche, chi ama e rispetta madre terra purtroppo soccombe.

Odent ci spiega come la capacità di amare sia strettamente collegata al processo nascita; ecco che funzionale alla sopravvivenza di una etnia è sempre stato il fatto di avere guerrieri “senza cuore”. Nel lungo periodo l’essere più spietati di altri popoli portava alla sopravvivenza del proprio.
I gruppi etnici “vincenti” , quelli che NON si sono estinti, sono quelli che hanno avuto il vantaggio di disturbare il processo nascita.

Maggiori erano le necessità di sviluppare l’istinto aggressivo e la capacità di distruggere altre vite, più invasivi sono diventati i rituali e le credenze culturali relative al periodo prossimo alla nascita (a Sparta quando nasceva un maschietto veniva buttato a terra, se riusciva a sopravvivere, si pensava sarebbe diventato un buon guerriero).

La maggior parte delle culture e dei gruppi etnici pacifici ( che avevano in comune il fatto di non separare il bambino, di non avere rituali che ritenessero il colostro pericoloso ecc) si sono estinti.

Oggi invece vince l’amore?

Se disturbare la nascita ed evitare che il bambino assumesse colostro, ha un’impatto sulla sua capacità empatica e di amore per il prossimo, se questo ha assicurato la sopravvivenza dei più forti, perché oggi dovremmo cambiare le cose?

Odent dice: “Ora che abbiamo raggiunto l’era della consapevolezza ecologica e della scientificazione dell’amore, l’umanità deve, e può, muoversi verso nuove strategie di sopravvivenza.” Oggi, la capacità di amare e rispettare il prossimo, oltre che la madre terra, sta finalmente diventando un presupposto fondamentale per la sopravvivenza sia del pianeta che del singolo individo.

Sappiamo inoltre, grazie a Jean Liedloff ed ai suoi studi sulla popolazione di indios Yequana ( indiani che vivono tutt’ora all’età della pietra, nel Venezuela) che effettivamente la riappropriazione dei legami iniziali, che i genitori avvertono istintivamente verso il bambino, sia il primo ed essenziale contributo per educare alla pace in un mondo che gli adulti- bambini non amati di ieri – hanno condotto sull’orlo del baratro.

Jean dall’osservazione critica della vita degli indios arriva esattamente alle stesse conclusioni di Odent: la separazione violenta madre-bambino, le traumatiche privazioni infantili, spesso costituiscono la premessa per la formazione di individui ansiosi, sradicati, aggressivi. ( Per approfondire Jean Liedloff ” il concetto del continuum”)

Laura C.

IBCLC Vigevano